Area sacra dell' Argentina

(Area sacra dell’Argentina, Tempio del II secolo a.C. / Foto MonnoRoma)

Area sacra dell'Argentina

L’area sacra dell’Argentina, situata in largo di Torre Argentina, è il più esteso complesso di età repubblicana attualmente visibile (le strutture datano fra gli inizi del III secolo e la fine del II secolo a.C.); posta nella parte centrale del Campo Marzio, è stata rimessa in luce nel 1926-1929 durante le demolizioni dell’intero isolato già dei Cesarini e sistemata da Antonio Munoz nel 1933.

ORARI E INDIRIZZI:
Via di San Nicola de Cesarini - Aperta tutti i giorni dalle ore 9:00 alle ore 19:00 - Per informazioni Tel. 06.0608

COME ARRIVARCI:
BUS 30, 40, 46, 62, 64, 70, 81, 87, 190F, 492, 628, 916, 916F (fermata ARGENTINA) 63, H (fermata ARENULA/CAIROLI) - TRAM 8 (fermata ARENULA/CAIROLI)

LINK ESTERNI:
Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali

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(Planimetria Area sacra dell’Argentina)

Area sacra dell'Argentina

I quattro templi che vi si allineano - tre rettangolari e uno rotondo - tutti rivolti a est, sono di incerta attribuzione: risalgono a epoche diverse e mostrano varie fasi al pari dell’area circostante, come è testimoniato dalla presenza di ben cinque lastricati sovrapposti. Il più antico è il Tempio [C], periptero “sine postico” (privo cioè del colonnato sul lato di fondo), attribuito alla divinità italica Feronia e databile al principio del III secolo a.C.: a tale fase risale il bel podio in tufo, mentre le murature laterizie della cella e il pavimento a mosaico sono riferibili al restauro domizianeo. Durante scavi eseguiti nel 1935 è stata rinvenuta, opposta alla scalinata, l’ ”Ara” eretta da Postumio Albino in onore del nonno, forse il console del 180 a.C.. Secondo in ordine di tempo è il Tempio [A], esastilo e periptero, databile a metà III secolo a.C. ma in seguito assai rimaneggiato rimangono, oltre al podio, varie colonne di tufo con capitelli di travertino e quelle risalenti al restauro domizianeo. Sugli avanzi della cella e del peristilio fu adattata nel VIII secolo la chiesetta di “San Nicola de Calcarariis” o dè Cesarini, di cui restano le due absidi con tracce di affreschi, il cippo-altare del XII secolo e la cripta semianulare; a destra del tempio sono invece i resti di un colonnato pertinente a un porticato addossato all’ Hecatostilon [1]. Per terzo fu costruito il Tempio [D], risalente probabilmente a inizi del II secolo a.C.: le strutture in travertino ora visibili (il complesso è stato liberato fino a oggi solo in parte) appartengono a un rifacimento tardo-repubblicano. Ultimo per datazione è il Tempio [B], a pianta circolare, forse da identificarsi con l’ “Aedes Fortunae Huisce Diei” fondata da Quinto Lutazio Catulo console nel 101 a.C. e vincitore, insieme a Mario, dei Cimbri presso Vercelli; a un momento successivo risalgono l’ampliamento del podio (il muro della cella venne demolito e gli intercolumni del peristilio murati), la decorazione a mosaico del pavimento e la base per una statua colossale in marmo bianco (resti del museo del Palazzo dei Conservatori). La zona a lato e retrostante ai templi fu in seguito occupata da alcuni Edifici in opus reticulatum [2] e da Bagni Pubblici [3], mentre l’ambiente a blocchi di tufo alle spalle del tempio B è forse da identificarsi con la Curia Pompeia [4], dove nel 44 a.C. venne assassinato Giulio Cesare. Fronteggiano i templi, sotto la cancellata moderna, resti notevoli del portico frontale della Porticus Minucia [5], grande piazza del principio dell’età imperiale.

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Via di San Nicola de Cesarini - Aperta tutti i giorni dalle ore 9:00 alle ore 19:00 - Per informazioni Tel. 06.0608

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