Basilica Santa Maria in Ara Coeli

(Basilica Santa Maria in Ara Coeli / Video di Renzo Manganotti)

Basilica Santa Maria in Ara Coeli

Alle spalle dell’Altare della Patria, Una scalinata sale alla basilica di Santa Maria in Ara Coeli. Fu eretta sopra il tempio di Giunone Moneta e sul luogo di un monastero (VII secolo) di monaci greci che era passato ai Benedettini col nome di Santa Maria in Capitolio, deve l’appellativo in Ara Coeli, affermantosi a inizi ‘300, alla leggenda dell’apparizione della Vergine a Ottaviano. La chiesa primitiva, orientata come l’attuale transetto, fu ricostruita nel 1285-1587, forse su progetto di Arnolfo di Cambio, dai Francescani, che la consacrarono incompleta nel 1291; i lavori vennero conclusi dalla scalinata (Lorenzo di Simone Andreozzi, iscrizione a sinistra del portale), che fu inaugurata da Cola di Rienzo nel 1348. Il card. Oliviero Carafa vi condusse lavori nel 1467-1472, papa Pio IV (1564) demolì l’abside affrescata da Pietro Cavallini, abolì la schola cantorum e spostò l’ingresso laterale; nell’ampio restauro del 1689 vennero chiuse alcune finestre e ridecorata la navata centrale. Durante l’occupazione francese, quando la chiesa fu sconsacrata e adibita a stalla, fu progettata una nuova facciata (Pasquale Belli, 1824) fortunatamente non eseguita. Il prospetto attuale, a guscio in mattoni, risale al XIII secolo e accoglie tre portali, del XIV ma rimaneggiati nel XV e XVI secolo, sopra i quali si aprono altrettante finestre (le laterali sono rotonde e a traforo): nella lunetta di quello centrale, resti di affresco quattrocentesco, sui laterali, “San Matteo” a destra e “San Giovanni” a sinistra del XVI secolo. Nel sagrato, lastre tombali fra cui quella dell’umanista Flavio Biondo.

ORARI E INDIRIZZI:
Scala dell’Arce Capitolina, 12 - Aperta tutti i giorni dalle ore 7:00 alle ore 19:00 - Tel. 06.69763839

COME ARRIVARCI:
BUS 30, 40, 44, 62, 63, 64, 70, 81, 87, 492, 628, H (fermata ARA COELI/PIAZZA VENEZIA) 30, 51, 81, 83, 85, 87, 118, 160, 170 (fermata ARA COELI/PIAZZA VENEZIA) 44, 715 716 (fermata TEATRO MARCELLO) 30, 44, 51, 63, 81, 83, 85, 87, 118, 160, 170, 628, 715, 716, 781, H (fermata TEATRO MARCELLO/ARA COELI) 46, 60, 80, 119, 190F, 781, 916, 916F (fermata PIAZZA VENEZIA) - TRAM 8 (fermata VENEZIA)

LINK ESTERNI:

Segui Monno Roma su:

(Planimetria della basilica di Santa Maria in Ara Coeli)

Basilica Santa Maria in Ara Coeli

Nell’interno, a tre navate divise da colonne antiche di marmi diversi, il ricco “soffitto” ligneo a cassettoni (1572-1575), con al centro la “Vergine e il Bambino”, e stemmi di papa Gregorio XIII, Pio V e del Senato romano, fu da quest’ultimo fatto eseguire, in ringraziamento della vittoria di Lèpanto, dal Sermoneta e da Cesare Trapassi (1572-1575); nel “pavimento cosmatesco” (XIII-XIV secolo) sono numerose pietre tombali.

NAVATA CENTRALE
[1] In controfacciata, sopra il portale, “iscrizione” celebrativa del Senato romano per papa Urbano VIII, in marmo e stucco, su disegno di Gian Lorenzo Bernini (1636); a destra del portale, “monumento funerario del card. Ludovico d’Albret” (1465) di Andrea Bregno; sulla parete, “pietra tombale di Giovanni Crivelli” (1432) di Donatello.
[2] “Tomba di Lodovico Grato Margani” di seguace di Andrea Sansovino (XVI secolo). Alle pareti, sopra il cornicione, affreschi (1686-1691) di Giovanni Adozzi (“Adorazione dei Magi”, “Fuga in Egitto” “profeta David”) , Giuseppe Passeri (“Morte della Vergine”, “Assunzione”), di frà Umile di Foligno (“Immacolata Concezione”, “Nascita della Vergine”, “Presentazione al tempio”, “Annunciazione”, “Visitazione”, “Adorazione dei pastori”, “profeta Isaia”); gli ultimi due verso l’altare sono ottocenteschi.
[3] 4/a colonna a destra, altare di San Giacomo della Marca, con dipinto di “San Giacomo in adorazione del calice e del Crocifisso” (1687).
[4] 3/a colonna a sinistra, iscrizione “a cubiculo Augustorum” e foro che trapassa diagonalmente la colonna, forse per misurazione astronomiche.
[5] 4/a colonna, altare della “Madonna del Rifugio” di scuola viterbese (XV secolo).
[6] 5/a colonna, “San Luca” affresco del XIV secolo e, nel pavimento sottostante, lastra tombale assai consumata di Aldus magister et murator.
[7] 7/a colonna, “pulpito” ligneo, di disegno berniniano, con stemma Barberini.

NAVATA DESTRA
[8] 1/a cappella (Bufalini): “storie di San Bernardino” (alla parete di fondi “San Bernardino tra i Ss. Ludovico di Tolosa e Antonio di Padova” e, in alto, “Redentore tra angeli”; alla parete di destra “”San Francesco riceve le stimmate e Vestizione di San Bernardino”; alla parete di sinistra “San Bernardino fa penitenza e Morte del santo”; nella volta “evangelisti”), affreschi del Pinturicchio (1486).
[9] 2/a cappella: “Pietà”, tavola di Marco Pino da Siena (1568-1670); gli affreschi (“storie della Passione”) sono del Pomarancio (1582).
[10] “Statua di Gregorio XIII” di Pietro Paolo Olivieri.
[11] 3/a cappella: “San Girolamo”, dipinto su lavagna di Giovanni De Vecchi; i dipinti delle pareti e della volta sono di Ludoviso (1875) e Alessandro Massimiliano Seitz.
[12] 4/a cappella: alla parete destra, “Trasfigurazione” del Sermoneta (1573).
[13] 5/a cappella: sull’altare e alle pareti, “storie di San Matteo” di Girolamo Muziano (1586-1589).
[14] 6/a cappella (San Pietro d’Alcantara): su disegno di Giovanni Battista Contini “Estasi del santo” e gli altorilievi marmorei ovali sono di Michel Maille, gli stucchi di Francesco Cavallini.
[15] 7/a cappella: “San Diego guarisce un cieco” del De Vecchi (1610); alle pareti, “Miracoli del santo” di Vespasiano Strada; volta e lunette “vita di San Diego” affrescate da Avanzino Nucci.
[16] “Monumento di Michele Antonio di Saluzzo” di Giovanni Antonio Dosio (1575).
[17] Cappella della Madonna: resti di affreschi del XIV secolo rinvenuti nel 1974; a destra, “tomba di Cecchino Bracci”, realizzata da Francesco Amadori su disegno di Michelangelo; a sinistra, “tomba di Pietro Manzi” attribuita ad Andrea Sansovino.
[18] 8/a cappella: “San Pasquale Baylon adora il calide” di Vicente Vittoria; ai lati, “Miracoli di San Pasquale”, tele di Daniele Seyter; ricca decorazione in stucco del Cavallini.

TRANSETTO DESTRO
[19] Cappella Savelli, di origine duecentesca ma rinnovata nel 1727, all’altare, su disegno di Filippo Raguzzini, “Estasi di San Francesco” di Francesco Trevisani; intorno, entro cornici, tele di Mariano Rossi; le “Stimmate” e il “Perdono di Assisi” sono del 1774; i pannelli in stucco settecenteschi raffigurano quattro “Virtù”.
[20] Alla parete destra, sepolcro di papa Onorio IV e della madre Vanna Aldobrandeschi, con statua giacente del pontefice proveniente dall’antica San Pietro.
[21] Alla parete sinistra, “sepolcro di Luca Savelli” (1287) attribuita ad Arnolfo di Cambio (cui spetta la “statuina della Madonna e Bambino”); sotto la cassa funeraria, “sarcofago” romano con “figure di coniugi e festoni di fiori”. Da una porticina si passa nell’oratorio dell’Immacolata Concezione, decorato a tempera nel 1750.
[22] Cappella del Sacramento: architettura e pittura di Antonio Gherardi; all’altare, “statua” lignea dell’ “Immacolata” di artista napoletano (XVIII secolo); i dipinti della volta dell’anticappella sono di Giuseppe Ghezzi.
[23] “Vergine in trono fra santi e donatore” di Giacomo Capocci, mosaico attribuito a Jacopo Torriti (fine XIII secolo); i dipinti della volta e delle pareti sono di Pasqualino De Rossi.

PRESBITERIO
[24-25] Ai pilastri terminali della navata mediana, due “pergami”, rimaneggiati e ricomposti, di Lorenzo di Cosma e del figlio Jacopo (1200).
[26] Altare maggiore, tavola con l’immagine venerata della “Madonna col Bambino” (X-XI secolo), per la quale, in ringraziamento della fine della peste nel 1348, venne edificata la monumentale scalinata di accesso alla chiesa.
[A] Al centro della volta del presbiterio, entro cornice ovale, “Vergine tra angeli musicanti”, capolavoro di Nicolò Martinelli; nei riquadri, storie del sogno di Augusto e le sibille.
[27] Alla parete sinistra del Presbiterio, “monumento di Giovanni Battista Savelli” di allievo del Bregno.

TRANSETTO SINISTRO
[28] Cappella di Sant’Elena tempietto a colonne del 1605, ma rifatto nel XIX secolo, cui fa da altare un’urna in porfido con i resti della santa; sotto l’urna, più in basso rispetto al pavimento attuale e visibile attraverso un vetro, è un altare cosmatesco con, in alto, “Augusto che si inginocchia all’apparizione della Vergine” (XII secolo). Sopra la porta della sagrestia, dove si conserva una copia della Madonna di Giulio Romano, “San Sebastiano”, statua in terracotta del XV secolo.
[29] “Monumento del card. Matteo d’Acquasparta”, attribuito a Giovanni di Cosma ma rimaneggiato, in bella edicola gotica con affresco “Madonna col Bambino in trono tra i Ss. Matteo e Giovanni e il card.” ascritto a Pietro Cavallini (fine XIII secolo).
[30] “Monumento di Alessandro Crivelli” con marmi pregevoli e rilievo “Trinità” di Jacopo Del Duca. [31] “Statua di Leone X” di Domenico Aimo (1520).

NAVATA SINISTRA
[32] 9/a cappella: “Madonna di Loreto” (fine XVII secolo); alle pareti, “storie della vita della Vergine” di Marzio Ganassini.
[33] 8/a cappella: alle pareti, “Santa Margherita ritrova il corpo dell’amato” e “Morte della santa” di Marco Benefial.
[34] 7/a cappella: altare di Carlo Rainaldi con colonne di breccia corollina; a destra, “monumento del card. Luigi Marini” (1838) di Alessandro Massimiliano Laboureur.
[35] 6/a cappella: “Ascensione” di Girolamo Muziano; alla parete sinistra “monumento di Camilo Pardo Orsini” (1553) attribuito a Onorio Longhi; la ricca decorazione con stucchi e affreschi è del Martinelli (1584).
[36] 5/a cappella: “San Paolo” del Muziano; affreschi e stucchi del Pomarancio (1584-1586); a sinistra, “monumento funerario di Filippo Della Valle” (1494) attribuito ad Andrea Briosco.
[37] 4/a cappella: “La Sacra famiglia appare alla beata Caterina Sforza” del Trevisani (1730).
[38] 3/a cappella: “Sant’Antonio di Padova e due donatori”, unica parte rimaste degli affreschi di Benozzo Gozzoli (1454-1458) che decoravano la cappella; alle pareti laterali, “storie di Sant’Antonio” attribuite a Charles Mellin (1626); a destra, “sepolcro di Antonio Albertoni” (1509); nella volta, “Paradiso” del Martinelli (1582).
[39] “Statua” cinquecentesca di “Paolo III” (dal Campidoglio).
[40] 2/a cappella (del Presepio): “presepio” composto da statue a grandezza naturale del XVIII e XIX secolo.
[41] 1/a cappella: complesso sistema iconografico illustrante il tema dell’Immacolata Concezione; gli affreschi sono del 1555.
[42] Sul muro di fondo della navata, “Martirio del beato Giovanni da Prato” di Paolo Mattei.

ORARI E INDIRIZZI:
Scala dell’Arce Capitolina, 12 - Aperta tutti i giorni dalle ore 7:00 alle ore 19:00 - Tel. 06.69763839

COME ARRIVARCI:
BUS 30, 40, 44, 62, 63, 64, 70, 81, 87, 492, 628, H (fermata ARA COELI/PIAZZA VENEZIA) 30, 51, 81, 83, 85, 87, 118, 160, 170 (fermata ARA COELI/PIAZZA VENEZIA) 44, 715 716 (fermata TEATRO MARCELLO) 30, 44, 51, 63, 81, 83, 85, 87, 118, 160, 170, 628, 715, 716, 781, H (fermata TEATRO MARCELLO/ARA COELI) 46, 60, 80, 119, 190F, 781, 916, 916F (fermata PIAZZA VENEZIA) - TRAM 8 (fermata VENEZIA)

LINK ESTERNI:

Segui Monno Roma su: