Basilica Ss. Ambrogio e Carlo al Corso

(Basilica Ss. Ambrogio e Carlo al Corso / Video di Massimo Nalli)

Basilica Ss. Ambrogio e Carlo al Corso

La basilica dei Ss. Ambrogio e Carlo al Corso, tra le più importanti del barocco romano, che sostituì l’antica San Nicola de Tofo concessa nel 1471 da papa Sisto IV ai Lombardi residenti in città; l’erezione del nuovo tempio, decisa l’anno della canonizzazione di San Carlo Borromeo (1610), iniziò nel 1612 secondo il progetto di Onorio Longhi e continuò dal 1640 sotto la direzione di Martino Longhi il Giovane, mentre nel 1668-1669 si colloca l’intervento di Pietro da Cortona, cui si debbono il completamento della tribuna, la cupola e il disegno della decorazione a stucchi all’interno. La singolare facciata, costruita nel 1682-1684 da G.B. Menicucci e frà Mario da Canepina su disegno del cardinale Luigi Alessandro Omodei, è tripartita da un ordine gigante corinzio, a paraste laterali e semicolonne al centro, con trabeazione e timpano spezzati e di forte aggetto. La stupenda cupola (la visuale migliore è da piazza Augusto Imperatore) si qualifica soprattutto per il tamburo, aperto da finestre e plasmato da pilastri e colonne libere. L’interno, notevole per l’ampia e slanciata spazialità, è a tre navate con volta a botte e tre cappelle per lato, con le quali sono allineati i bracci del transetto dominato dalla cupola; interno al profondo presbiterio absidato si sviluppa, in prosecuzione delle navate laterali, un deambulatorio, unico a Roma ed evidente richiamo di quello gotico del Duomo di Milano. La ricchissima decorazione tardo-barocca non prevale sulla struttura ma ne costituisce la parte integrante: gli stucchi della volta centrale, del transetto e della tribuna furono eseguiti da Cosimo e Giacomo Antonio Fancelli su disegno di Pietro da Cortona; le volte delle navi laterali e del deambulatorio (nelle nicchie, “statue” in stucco di “santi” di Francesco Cavallini, 1677-1682) hanno stucchi e affreschi di Ludovico Gimignani, Luigi Garzi, G.B. Benaschi (1678-1681). Giacinto Brandi eseguì gli affreschi della navata centrale (“Caduta degli angeli ribelli”, 1677-1679), nei pennacchi della cupola (“Evangelisti”, 1671-1672), nelle volte del transetto e del presbiterio (“Gloria di San Carlo”, 1677; nel catino “San Carlo e gli appestati”). Nel Transetto destro: al ricco altare (1769), Immacolata, copia in mosaico della pala di Carlo Maratta nella cappella Cybo di Santa Maria del Popolo; ai lati, “statue di Giuditta” (Pietro Pacilli) e “di David” (Andrè Jean Lebru). All’Altare maggiore: “Gloria dei Ss. Ambrogio e Carlo”, pala del Maratta (1685-1690) restaurata nel 1831 da Vincenzo Camucci. Nel Deambulatorio: in una nicchia dietro l’altare, ricco reliquario del cuore di San Carlo; nel pilastro a sinistra dell’altare maggiore, “tabernacolo” dell’olio santo (XV secolo) dall’antica chiesa. Transetto sinistro: ai lati dell’ “altare del Santissimo” (Cesare Bazzani, 1929), “statue della Religione” (Eugenio Maccagnani) e “della Fede” (Guido Galli). Nella 1/a Cappella a sinistra: “Predica di San Barnaba” di Pier Francesco Mola. Nell’Antisagrestia, “Crocifissione” del Borgognone. Dal portone del palazzo a sinistra della facciata si accede all’Oratorio dell’arciconfraternita, eretto sul luogo della chiesa di San Nicola de Tofo: sull’altare, gruppo marmoreo con la “Deposizione” e nelle nicchie ai lati, “sibille” di Tommaso Della Porta (1583).

ORARI E INDIRIZZI:
Via del Corso, 437 - Aperta tutti i giorni dalle ore 7:00 alle ore 19:00 - Per informazioni Tel. 06.68192527

COME ARRIVARCI:
BUS 119, 628 (fermata AUGUSTO IMPERATORE/ARA PACIS) 301, 913 (fermata AUGUSTO IMPERATORE)

LINK ESTERNI:
Arciconfraternita Santi Ambrogio e Carlo al Corso

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