Biblioteca Apostolica Vaticana

(Musei Vaticani, "Salone Sistino" / Foto di Anna & Michal licensed under CC BY-SA 2.0)

Biblioteca Apostolica Vaticana

La Biblioteca Apostolica Vaticana, collocata nei Palazzi Vaticani, con accesso dal Cortile del Belvedere, possiede una delle raccolte di testi antichi e libri rari più importanti del mondo. La Biblioteca, oltre alla raccolta di testi antichi, conserva un notevole patrimonio storico-artistico ed archeologico. Fu voluta da papa Niccolò V nel 1451 e ufficializzata da papa Sisto IV con la bolla “Ad decorem militantis Ecclesiae” il 15 giugno 1475. Successivamente, fra il 1587 e il 1589, papa Sisto V fece progettare dall’architetto ticinese, Domenico Fontana, un nuovo edificio, quello attuale, nel quale i volumi furono sistemati in armadi appositamente predisposti e dove, al piano più alto, si ricavò il Salone Sistino, un'enorme aula a due navate totalmente decorate. L'itinerario della Biblioteca si sviluppa in tredici sezioni espositive, lungo il quale sono presentati reperti archeologici, opere ed arredi, databili dall'epoca etrusca al XIX secolo: il Museo Profano e la Galleria Clementina; la Sala Alessandrina; le Sale Paoline; il Salone Sistino; le Sale Sistine; la Galleria di Urbano VIII; il Museo Cristiano, la Sala dei Papiri e la Sala degli Indirizzi; la Sala delle Nozze Aldobrandine; la Cappella di San Pio V; la Sala degli indirizzi di Pio IX.

ORARI E INDIRIZZI:
Viale Vaticano, snc (Musei Vaticani) - I Musei Vaticani sono aperti dal lunedì al sabato dalle ore 09:00 alle ore 18:00 (ultimo ingresso alle ore 16:00) la domenica chiusi. Ogni ultima domenica del mese (ingresso gratis) dalle ore 09:00 alle ore 14:00 (ultimo ingresso alle ore 12:30) - Per informazioni generali Tel. 06.69884676 / 06.69883145

COME ARRIVARCI:
METRO A (fermata OTTAVIANO e CIPRO) - BUS 34, 46, 64, 98, 190F, 881, 916, 916F, 982, N5, N15, N20 (fermata CAVALLEGGERI/SAN PIETRO) 590 (fermata RISORGIMENTO) 23, 492, N11 (fermata RISORGIMENTO/PORTA ANGELICA) 23, 49, 492, 982, 990, N10 (fermata CRESCENZIO/RISORGIMENTO) 32, 81 (fermata RISORGIMENTO) 49 (fermata VIALE VATICANO/MUSEI VATICANI) 31, 33, 180F, 247 (fermata CIPRO/METRO A) 23, 492 (fermata BASTIONI DI MICHELANGELO) - TRAM 19 (fermata RISORGIMENTO/SAN PIETRO) - FL3, FL5 (Stazione ROMA SAN PIETRO)

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(Musei Vaticani, Museo Profano / Video Musei Vaticani)

Museo Profano

Il Museo Profano, tra i gabinetti d’antichità meglio conservati del Settecento romano, fu voluto da papa Clemente XIII nel 1767, su impulso del cardinale Alessandro Albani. L’ambiente esibisce ancor oggi uno sfarzoso rivestimento all’antica in stucchi dorati e marmi policromi (1781-1797). I preziosi armadi di legno del Brasile, disegnati da Luigi Valadier (1781-1797), ospitano quanto rimane della collezione di antichità profane della Biblioteca (principalmente etrusche e romane) dopo le ruberie e le sottrazioni del periodo napoleonico (1797). Il completamento dell’arredo è di Pio VI (1775-1799), che fece collocare agli angoli della sala i busti bronzei di quattro imperatori: Augusto, Nerone, Celio Balbino e Settimo Severo, da originali di età romana dei secoli I-III; sulla volta, Minerva e il tempo di Stefano Pozzi. Gli oggetti esposti provengono in parte da collezioni del XVIII secolo, quali la Carpegna e l’Albani, e in parte da scavi degli anni 1809-1815. Il restante materiale della collezione, di provenienza ignota, è stato invece ripartito nella Galleria Clementina: (I campata) Settore Enciclopedico, destinato ad illustrare l’ampiezza degli interessi collezionistici del Museo; (II campata) Stato Pontificio, scavi ottocenteschi; (III campata) Stato Pontificio, scavi settecenteschi; (IV campata) Settore Tematico con materiali di epoca preromana e romana di provenienza ignota. Nella galleria si conservano pregevoli opere di Gian Lorenzo Bernini tra le quali: Bozzetti con Allegoria della Carità, Profeta Abacuc e Daniele nella fossa dei leoni (XVII secolo), Studi per la Cappella Chigi in Santa Maria del Popolo (1655-1656) e Studi per il monumento ad Urbano VIII nella Basilica di San Pietro (1628-1647).

ORARI E INDIRIZZI:
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(Musei Vaticani, Sala delle Nozze Aldobrandine / Video Musei Vaticani)

Sala delle Nozze Aldobrandine

La Sala delle Nozze Aldobrandine, voluta da papa Paolo V, fu costruita da Flaminio Ponzio tra il 1605 e il 1608; già detta del Sansone dagli affreschi di Guido Reni; sulla volta Storie di Sansone (Sansone che solleva la porta di Gaza, che uccide i Filistei, che lotta con il leone). Nella parete di fondo è decorata dalle famose Nozze Aldobrandine, affresco trovato nel 1605 presso l’arco di Gallieno sull’Esquilino, conservato da principio in uno dei padiglioni della villa Aldobrandini a Magnanapoli e dal 1818 in Vaticano; è una delle più belle e meglio conservate pitture dell’antichità, per alcuni creazione neoattica di età augustea, per altri copia da un originale del IX secolo a.C.; l’opera rappresenterebbe i preparativi per le nozze di Alessandro Magno con Rossane, e vi si possono riconoscere anche personaggi mitologici, come Peithos o Afrodite stessa nella confortatrice. Lungo le pareti, in alto paesaggi dell’Odissea, già formanti il fregio di una stanza scoperta nel 1848 sull’Esquilino (I secolo a.C.); nave frumentaria (III secolo, affresco rinvenuto a Ostia nel 1865); le eroine di Tor Marancia, pitture trovate in questa tenuta sull’antica Via Ardeatina (1816), nei ruderi di una villa del III secolo, e rappresentanti ciascuna la protagonista di una tragedia greca (Pasifae, Mirra, Canace, Fedra, Scilla) nel momento culminante dell’azione; processioni di bambini (III secolo, affreschi reperiti a Ostia nel 1868); due mosaici, uno con festoni di foglie e frutti, rinvenuti nella villa Adriana a Tivoli, l’altro con paesaggio e animali, trovato sull’Aventino. Nel pavimento, Achille trascina il corpo di Ettore, mosaico del III secolo.

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Musei Vaticani - Sala delle Nozze Aldobrandine

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(Musei Vaticani, Museo Cristiano / Video Musei Vaticani)

Museo Cristiano

Il Museo Cristiano, destinato da Benedetto XIV nel 1756 a raccogliere preziose antichità cristiane, fu affrescato nella volta da Stefano Pozzi. Nelle vetrine e negli armadi sono racchiusi: amuleti, anelli romani, sigilli e pesi bizantini; rilievi in steatite e pietra dura bizantini (XI-XIII secolo), un mosaico bizantino con San Teodoro (XIV secolo); una custodia del capo di San Sebastiano (IX secolo), già nella chiesa dei Ss. Quattro Coronati, e un tondo argenteo con scene di caccia (V secolo); un acquamanile in stile orientale (VIII-IX secolo) del quale secondo la leggenda si sarebbe servito San Lorenzo per battezzare, un reliquiario d’Algeria (VI secolo); stoffe paleocristiane e copte e “lenzuola dei sette martiri greci” (VIII-IX secolo), seguite da una ricca collezione di lampade e ceramiche (I-IV secolo) con simboli pagani, ebraici e cristiani; oggetti di vetro soffiato o fuso dal I al IV secolo, tra i quali vasi, balsamari, tazze e bottigliette, e inoltre vetri provenienti da Ostia (IV secolo). Sopra gli armadi vi sono busti in bronzo di 24 cardinali bibliotecari. Con l’espandersi della collezione, il Museo giunse gradatamente a occupare le stanze ad esso adiacenti, come la Sala dei Papiri e quella detta poi degli Indirizzi: La SALA dei PAPARI, allestita da papa Clemente XIV (1771) e completata da papa Pio VI (1775), è cosiddetta perché destinata a contenere i papiri di Ravenna (VI-IX secolo), di cui sono state esposte riproduzioni in luogo degli originali; nel soffitto sono conservate pitture di soggetto allegorico di Anton Raphael Mengs (1774) con la collaborazione di Cristoforo Unterberger per la parte ornamentale, allude all’Egitto e alla fondazione nel Palazzo Apostolico del Museo Pio-Clementino (1773). Le vetrine davanti alle finestre espongono una preziosa selezione di terrecotte di Gian Lorenzo Bernini e Alessandro Algardi; La SALA degli INDIRIZZI, così detta per aver ospitato, sotto Benedetto XV (1914-1922), gli indirizzi di omaggio inviati ai papi Leone XIII e Pio X dai cattolici di tutto il mondo. Nella sala vi sono esposte argenterie, avori, smalti, paramenti, calici, croci e oggetti di culto di ogni epoca e tipologia, documenti delle diverse tendenze favorite dai papi nei secoli del mecenatismo papale. Di particolare interesse: smalti di Limoges del XIII secolo, dalla vecchia Basilica di San Pietro; Dittico di Rambona del IX secolo, Crocifissione e Madonna in trono con angeli e santi, in avorio scolpito ed intagliato, proveniente dal monastero di Rambona; Trittico con Dèesis e Santi, (X-XI secolo), in avorio intagliato e parzialmente dorato, acquistato da Benedetto XIV (1755) da una collezione privata; al centro della prima sala, una vetrina con oggetti rinvenuti a Pompei alla presenza di Pio IX (1849) e donati da Ferdinando II di Borbone, re delle Due Sicilie, in occasione del rientro del pontefice a Roma dopo l’esilio napoletano del 1848-1850. In due vetrine del medesimo ambiente sono esposti il paliotto dell’altare e ulteriori elementi in seta e filo d’argento dorato del parato da messa di Clemente VIII (1592), tessuto ad arazzo da Guasparri di Bartolomeo Papini su cartone di Alessandro Allori (1593-1597).

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