Chiesa Santa Maria di Loreto

(Altare della Chiesa Santa Maria di Loreto / Foto di Livioandronico 2013 licensed under CC BY-SA 4.0)

Chiesa Santa Maria di Loreto

In piazza della Madonna di Loreto, retrostante all’esedra arborea all’angolo di piazza Venezia, la chiesa di Santa Maria di Loreto compone, con quella del SS. Nome di Maria e con i resti della basilica Ulpia e la Colonna Traiana, uno dei più celebri ‘quadri’ romani. E sintetizza, contrapponendoli, i due monumenti fondamentali del ‘500 romano: il classicismo bramantesco e il manierismo di estrazione michelangiolesca. Santa Maria di Loreto, iniziata nel 1507 dalla confraternita dei Fornai (che ha sede ancora oggi nell’edificio adiacente), coi disegni dell’architetto Antonio da Sangallo il Giovane, su una più antica chiesa e subito interrotta. La costruzione, forse su progetto di Bramante, fu ripresa nel 1522 e consacrata nel 1534 (era realizzata, la parte basamentale al rustico, includente la pianta centrale ottagona; il prospetto fu ultimato nel 1550-1552), mentre in una seconda fase, sotto la direzione di Jacopo Del Duca (1573-1576), furono completati i fianchi, venne costruito il complesso sistema cupolato e il campanile e compiuto all’interno l’ordine gigante fino alla cornice (la decorazione fu eseguita nel secolo successivo). Un restauro sia statico sia decorativo fu condotto nel 1867-1873 da Luca Carimini, che ricostruì anche la sagrestia e aggiunse la retrostante Canonica (1871). Il dado basamentale, in laterizio e travertino, è modulato su tre lati da paraste corinzie accoppiate in campiture di diversa ampiezza, con nicchie e portale centrale entro arcata (quello di facciata, con gruppo scolpito nel timpano, è nello stile di Andrea Sansovino, 1550), secondo modelli bramanteschi. Sopra s’imposta la sproporzionata cupola ottagona a doppia calotta su tamburo, che il Del Duca concepì come elemento di richiamo nel fitto contesto edilizio originario, in un crescendo plastico-decorativo che culmina nella straordinaria lanterna vuota; analoga è la concezione del campanile a due cellule (quadrata e circolare) sovrapposte. L’interno della chiesa è costituito da un ottagono inscritto in un quadrato, con quattro cappelle semicircolari sui lati alterni (negli altri sono i tre ingressi e il presbiterio). Il restauro del Carimini ha quasi completamente sostituito la parte decorativa seicentesca (gli affreschi del tamburo, della cupola e della cappella del Crocifisso sono di Cesare Mariani). Nella 1/a cappella destra, decorazione a mosaico di Paolo Rossetti (1592); nella 2/a cappella la decorazione è di Nicolò Circignani (1585). Altare maggiore, opera di Gaspare De Vecchi (1628-1630, sua la sistemazione del presbiterio) ma modificato dal Carimini: “Padre Eterno” e “Madonna di Loreto” tra i Ss. Rocco e Sebastiano, su due tavole a fondo oro attribuite a Marco Palmezzano (fine XV secolo) e provenienti dall’antica chiesa; le tele a destra “Transito” e a sinistra “Natività della Vergine”, sono del Cavalier d’Arpino (1630); delle sei statue, notevoli i due angeli di Stefano Maderno, la Santa Cecilia (2/a sulla parete di destra) di Giuliano Finelli e, opposta a questa, Santa Susanna, capolavoro di François Duquesnoy, detto il Fiammingo (1630-1633).

ORARI E INDIRIZZI:
Piazza della Madonna di Loreto, 26 - Aperta tutti i giorni dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle ore 16:00 alle ore 18:00 - Per informazioni Tel. 06.6793564

COME ARRIVARCI:
BUS 40, 46, 51, 60, 63, 64, 70, 80, 83, 85, 118, 160, 170, 190, 628, 781, 916, 916F F01, F10, H (fermata PIAZZA VENEZIA) 30, 40, 44, 44F, 62, 63, 64, 70, 81, 87, 130F, 492, 628, C3, H (fermata ARA COELI/VENEZIA) - TRAM 8 (fermata PIAZZA VENEZIA)

LINK ESTERNI:
Pio Sodalizio dei Fornai

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