Chiesa Santi Vito e Modesto

(Affresco di Antoniazzo Romano, 1483 / Foto di Teresa Morettoni licensed under CC BY-SA 3.0)

Chiesa Santi Vito e Modesto

Accanto all’Arco di Gallieno vi è la chiesa dei Santi Vito e Modesto, anticamente detta in Macello dal “macellum Liviae” localizzata nell’area di piazza Vittorio Emanuele II, che è ricordata a fine VIII secolo e che fu ricostruita da papa Sisto IV nel 1477. La chiesa ebbe nuovi restauri nel 1834 da Pietro Camporese il Giovane e poi nel 1900 da Alfredo Ricci che in occasione del Giubileo ne venne addirittura invertito l’orientamento creando un nuovo prospetto su via Carlo Alberto in diretto rapporto col quartiere umbertino. Alla sinistra è situato il campanile a pianta poligonale con aperture ad arco dalle quali sono ben visibili le campane. I restauri del 1973-1977 hanno restituito al luogo di culto l’aspetto tardo-quattrocentesco, riportando l’antico orientamento e l’ingresso alla chiesa nuovamente dal portale di via di San Vito. La semplice facciata a capanna accoglie un grande oculo centrale e il “portale” marmoreo dove è riportata la data della costruzione della chiesa e il nome di papa Sisto IV che la fece erigere; sui fianchi sono state ripristinate le bifore goticheggianti tipiche dell’epoca. L’interno della chiesa è a pianta rettangolare con soffitto ligneo a cassettone e abside semicircolare con croce centrale, sulla parete sinistra altare ad edicola con “Madonna che offre il rosario ai Santi Domenico e Caterina da Siena (XIX secolo), dipinto dell’ “Immacolata” di Pietro Gagliardi (XIX secolo) e monumento funebre del cardinale Carlo Visconti. Sulla parete destra affresco attribuito ad Antoniazzo Romano (1483) con altare ad edicola raffigurata nella parte alta dalla “Vergine col Bambino e Ss. Crescenzia e Modesto”, nella parte bassa “San Sebastiano, Santa Margherita e San Vito”, sopra l’arco “Cristo benedicente”. Vicino a questo altare si trova la cosiddetta “pietra scellerata” che secondo la tradizione veniva usata per il martirio dei cristiani. Ritenuta miracolosa, veniva grattata e ingerita dai credenti morsi da cani arrabbiati; in realtà è un cippo romano con iscrizione funeraria. Durante i lavori di restauro, sotto la chiesa di San Vito, sono stati rinvenuti resti archeologici risalenti al VI secolo a.C., tra cui porzioni delle mura serviane, i piloni della porta Esquilina, basolati di un breve tratto di strada romana, un castellum aquae (una sorta di serbatoio, dove veniva depurata e distribuita l’acqua agli impianti pubblici che doveva rifornire), tombe a cappuccina e strutture rinascimentali della chiesa di papa Sisto IV.

ORARI E INDIRIZZI:
Via di San Vito/Via Carlo Alberto, 47 - Aperta da lunedì a sabato dalle ore 7:30 alle ore 8:30 e dalle ore 17:00 alle ore 19:00, domenica e festivi dalle ore 9:30 alle ore 13:00 - Per informazioni Tel. 06.4463494

COME ARRIVARCI:
METRO A (fermata VITTORIO EMANUELE) - BUS 360, 590, 649 (fermata PIAZZA VITTORIO EMANUELE) 71 (fermata RATTAZZI/NAPOLEONE III) 16, 75, 360, 590, 649, 714 (fermata SANTA MARIA MAGGIORE)

LINK ESTERNI:
Chiesa Ss. Vito e Modesto

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(Arco di Gallieno / Foto di Trolvag licensed under CC BY-SA 3.0)

Arco di Gallieno

L’ Arco di Gallieno, addossato alla chiesa dei Ss. Vito e Modesto, fu costruito all’epoca dell’imperatore Augusto, dove anticamente era situata l’antica Porta Esquilina nel punto in cui terminava l’ “Agger” (l’antica struttura difensiva delle mura Serviane). A tre fornici (resta traccia del fornice sinistro), fu restaurato e dedicato da Marco Aurelio Vittore, come riporta l’iscrizione nella cornice, all’imperatore Gallieno e a sua moglie Salonina, nel 262 d.C.; presenta paraste corinzie angolari sorreggenti l’attico in blocchi di travertino e marmo. Presso l’Arco di Gallieno, vi è la fontanella del rione Monti a via di San Vito che appartiene ad un gruppo di dieci fontanelle artistiche, commissionate nel 1925 all’architetto Pietro Lombardi, destinate ad abbellire ed approvvigionare il centro storico della città. Fino al 1825 rimasero appese alla porta, e si vedono in alcune incisioni di varie epoche, le due chiavi della Porta Salcicchia di Viterbo, che furono consegnate a Roma in segno di sottomissione e lì rimasero fin dal XIII secolo.

ORARI E INDIRIZZI:
Via di San Vito - La struttura è visibile tutti i giorni 24 ore su 24 - Per informazioni Tel. 06.0608

COME ARRIVARCI:
METRO A (fermata VITTORIO EMANUELE) - BUS 360, 590, 649 (fermata PIAZZA VITTORIO EMANUELE) 71 (fermata RATTAZZI/NAPOLEONE III) 16, 75, 360, 590, 649, 714 (fermata SANTA MARIA MAGGIORE)

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