Galleria Spada

(La Galleria a palazzo Spada / Foto di Sonse)

Galleria Spada

La Galleria Spada, in fondo al cortile di palazzo Spada, per un androne che conduce al giardino (la “cancellata” decorata di termini e il “balcone” su due colonne sono di Borromini) e per una porticina sulla sinistra si sale alla piccola ma importante collezione d’arte nata per volere del cardinale Bernardino; essa conserva tuttora il caratteristico aspetto di raccolta patrizia del XVII secolo, e i quadri, per la massima parte del ‘600, sono ordinati in modo da dare risalto al loro valore decorativo. Nella galleria, suddivisa in quattro sale troviamo:
nella 1/a sala, a cui si accede attraverso l’ottocentesco bussolotto in legno con vetrata, “Ritratto del cardinale Bernardino Spada”, realizzato da Guido Reni (1631); “Ritratto del cardinale Bernardino Spada” del Guercino (1631). Tra i due ritratti il Reni esalta l’aspetto aristocratico e lo sguardo intelligente e distaccato di Bernardino, seduto elegantemente di tre quarti davanti allo scrittoio mentre si appresta a scrivere una lettera al papa; il Guercino coglie nel protagonista un’immagine più umana e presente, dallo sguardo pensoso. Difronte ai due dipinti “Ritratto del cardinale Fabrizio Spada” del pittore Sebastiano Ceccarini (1754); due tele con nature morte di Onofrio Loth (1714); quattro tele raffiguranti i soggetti ovidiano di “Apollo e Dafne”, “Latona che trasforma in rane i pastori della Licia”, Mercurio affida Bacco alle Ninfe” e “Bacco e Arianna” del pittore Giuseppe Chiari; quattro “Vedute” del fiammingo Hendrik Van Lint; “Battaglie” di Jacques Courtois, detto il Borgognone, che fanno rivivere i combattimenti che imperversavano nell’Europa del Nord durante la guerra dei Trent’anni.
Nella 2/a sala, costruita su progetto del Bernini per volere del cardinale Bernardino Spada tra il 1636 e il 1637, si conservano i dipinti più antichi della collezione, tra cui la grande tavola raffigurante l’ “Andata al Calvario” di Marco Palmezzano (fine ‘400 inizi ‘500); sulla parete di destra tre tele del bolognese Bartolomeo Passerotti “Ritratto di botanico”, “notabile” e di “Re David” realizzate intorno al 1570; “Ritratto di violinisa” di Tiziano (1515); quattro “Scene di favola” di Andrea Donducci detto il Mastelletta (prima metà del ‘600) e “Storie del Vecchio Testamento”. Numerose piccole tavole di “Madonne col Bambino”, di scuola umbra del XVI secolo. Chiudono la selezione “Visitazione” di Andrea del Sarto, “Ritratto di papa Giulio III” di Girolamo Siciolante da Semoneta (1550); “San Cristoforo e San Sluca” di Amico Aspertini (1510).
La 3/a sala, realizzata sempre su progetto del Bernini, rettangolare, venne così concepita nel 1636 da Bernardino per ospitarvi la sua quadreria, da allora prese il nome di “Galleria del Cardinale”. Al pittore Michelangelo Riccioli venne affidata la decorazione, costituita da tele dipinte a tempera e collocate nelle tre partizioni del soffitto scandite da travi lignee: "Allegorie dei Quattro Continenti, degli Elementi e delle Stagioni”. Sulla parete di destra, raffigurante “Paesaggio con caccia al cinghiale”di Nicolò dell’Abate (1550-1560); “Le vestali” di Ciro Ferri (1670); piccola tavola con il “Paesaggio con mulini a vento” di Jan Brughel il Vecchio (1607); “il Ratto di Elena”, copia dell’originale di Guido Reni, ora al Louvre, eseguita da Giacinto Campana. Sulla parete di sinistra “il Festino di Marcantonio e Cleopatra” realizzato da Francesco Trevisani (1702); dipinti di Pietro Testa raffiguranti “Strage degli Innocenti” e “Sacrificio di Ifigenia” (1640); celebre dipinto di Nicolò Tornioli “Gli astronomi” (1645), la presenza del cannocchiale è un omaggio a Galileo Galilei. In fondo alla sala “Trionfo del nome di Gesù” di Giovan Battista Gaulli, (1679) e “La morte di Didone” del Guercino (1631).
Nella 4/a e ultima sala, fatta edificare nel 1653 dal cardinale Bernardino Spada, sulla destra tela raffigurante “David con la testa di Golia” di Orazio Gentileschi (1610); sulla parete opposta due tele di Artemisia Gentileschi, figlia di Orazio, “Madonna che allatta il Bambino” e “Santa Cecilia” eseguiti in età giovanile. Segue “La Rivolta di Masaniello” di Michelangelo Cerquozzi (1648), allo stesso pittore appartiene la piccola tela “La morte del somaro”. Poi una serie di piccole tele ottagonali dell’olandese Pieter Van Laer, noto come il Bamboccio: “L'assalto alla foresta”, “La sosta all'osteria”, “L'assalto al cascinale”, “Naufragio” e “Notturno”. Due tele di Mattia Preti raffiguranti “Cristo e la donna adultera” e “Cristo tentato dal demonio”. Sulla parete di sinistra grande tela di Valetin De Boulogne, raffigurante la “Sacra Famiglia con san Giovannino” e dello stesso pittore “Erodiade con la testa di san Giovanni Battista”.

ORARI E INDIRIZZI:
Piazza Capodiferro, 13 - La Galleria Spada è aperta da lunedì a domenica dalle ore 8:30 alle ore 19:30, martedì chiuso - Tel. 06.6832409 / 06.6874896 - Email: palazzospada@gebart.it

COME ARRIVARCI:
BUS 23, 280 (Fermata LUNGOTEVERE VALLATI/PETTINARI) 63, H (fermata ARENULA/MINISTERO GRAZIA E GIUSTIZIA) 30, 40, 46, 62, 64, 70, 81, 87, 190F, 492, 628, 916, 916F (fermata VIA DI TORRE ARGENTINA) - TRAM 8 (fermata ARENULA/MINISTERO GRAZIA E GIUSTIZIA)

LINK ESTERNI:
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