Palazzo Barberini

(Ingresso a Palazzo Barberini / Foto di Jean-Pierre Dalbéra licensed under CC BY 2.0)

Palazzo Barberini

Palazzo Barberini, che ospita parte dell’importante Galleria Nazionale d’Arte Antica e l’Istituto Italiano di Numismatica, si trova tra via delle Quattro Fontane e via Rasella, dove il 23 marzo del 1944, di fronte al civico n. 155, palazzo Tittoni (XVI-XVII secolo), furono uccisi 33 soldati tedeschi da un’esplosione provocata da partigiani; per rappresaglia 335 civili vennero trucidati alle Fosse Ardeatine. La sontuosa cancellata a pilastrate, di Francesco Azzurri 1864 (sua la fontana a candeliere nel retrostante giardino) segna l’ingresso a Palazzo Barberini. Il progetto iniziale del palazzo, eretto sul luogo della villa del cardinale Rodolfo Pio da Carpi (poi villa Sforza) che il cardinale Francesco Barberini acquistò nel 1625, si deve a Carlo Maderno, che ideò dapprima una costruzione quadrangolare, inglobante il preesistente complesso, secondo lo schema classico del palazzo rinascimentale e poi elaborò un progetto ad ali aperte che rivoluzionava tale concetto in quello di palazzo-villa (sull’esempio di villa Farnesina di Baldassarre Peruzzi) unendo le funzioni di abitazione di rappresentanza della famiglia papale con l’uso della villa urbana dotata di vasti giardini e di prospettive aperte. Gian Lorenzo Bernini, subentrato nella direzione dei lavori, mantenne il progetto originale: sua la concezione del salone centrale, della Loggia vetrata corrispondente al porticato sottostante, con i tre ordini (dorico nel porticato, ionico al piano nobile, corinzio a quello superiore con fasci di lesene fra i finestroni strombati) e della grandiosa Scala a Pozzo Quadrato, con rampe sostenute da colonne doriche binate fino al primo piano, per la quale si accede, dal lato sinistro del porticato, alla Galleria Nazionale d’Arte Antica; a Francesco Borromini sono riferibili il disegno delle finestre del corpo centrale del piano nobile, alcuni particolari decorativi e il progetto della Scala Elicoidale a colonne binata sulla destra del prospetto. All’interno sono soffitti affrescati da Andrea Camassei, Baldassarre Croce e Antonio Viviani, Nicolò Riccioli, e decorazioni di Pietro da Cortona e della sua scuola; la piccola Cappella venne decorata da Pietro da Cortona e da Giovanni Francesco Romanelli. Nel Salone Pietro da Cortona, l’artista lavorò dal 1633 al 1639 al grandioso affresco della volta: il tema allegorico, che esalta la gloria della famiglia papale, fu elaborato dal poeta Francesco Bracciolini e vuole raffigurare il Trionfo della Divina Provvidenza, che al centro, circondata da allegorie, trionfa sul Tempo e ordina all’Immortalità di incoronare lo stemma Barberini (api) sorretto dalle Virtù. Le finte trabeazioni incorniciano un cielo aperto, animato da scene che simboleggiano il buon governo e le virtù del papa e della sua famiglia: sulla parete opposta alla facciata, Minerva abbatte i titani (l’impegno del papa contro le eresie); sul lato a sinistra, la Pace trionfa assisa in trono, mentre si chiude il tempio di Giano, il Furore giace incatenato e la fucina di Vulcano foggia badili anziché spade; sul lato verso la facciata, Ercole (la giustizia) abbatte le arpie mentre Abbondanza e Magnanimità offrono doni al popolo; sul lato opposto al camino, la Religione e la Saggezza trionfano sul Sileno (il Vizio) e su Venere che vede l’Amor profano cacciato dalla Castità. Nei clipei a monocromo agli angoli sono raffigurate scene della storia romana riferite a virtù e corrispondenti al significato simbolico delle sottostanti figure di animali. L’Appartamento, fatto decorare da Cornelia Costanza Barberini nel 1750-1770, accoglie una ricca collezione di mobili sei-settecenteschi; interessanti la Saletta dell’Alcova, decorata con specchi dipinti e lesene interrotte da stucchi di gusto neoclassico, il Salone di Rappresentanza o “delle battaglie” (alle pareti episodi della famiglia Colonna di Domenico Corvi e del Ricciolini), il Salottino, con ritratti in ovale di membri della famiglia Barberini, peculiare esempio di arredo neoclassico del 1790 e il Salone della Biblioteca del Cardinale Francesco, dove sono esposti 14 cartoni (episodi della vita di Costantino) di Pietro da Cortona e la serie con la Vita di Cristo di Giovanni Francesco Romanelli.

ORARI E INDIRIZZI:
Via delle Quattro Fontane, 13 - La Galleria Nazionale d'Arte Antica è aperta da martedì a domenica dalle ore 08:30 alle ore 19:00, chiusa il lunedì, il 25 dicembre e 1/o gennaio - Per informazioni Tel. 06.4814591

COME ARRIVARCI:
METRO A (fermata BARBERINI) - BUS 71 (fermata TRAFORO/TRITONE) 52, 53, 62, 63, 83, 85, 160, 492 N4, N12, N5 (fermata TRITONE/BARBERINI), 61, 62, 85, 492, 590, N1, N12, N5 (fermata BARBERINI)

LINK ESTERNI:
Galleria Nazionale d'Arte Antica

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(Galleria Nazionale d'Arte Antica, "Giuditta e Oloferne" del Tintoretto / Foto di Lafit86)

Galleria Nazionale d'Arte Antica

La Galleria Nazionale d’Arte Antica nacque ufficialmente nel 1893 e, già ospitata in Palazzo Corsini, ebbe la sua nuova sede in parte del Palazzo Barberini (l’altra è stata a lungo occupata dal circolo ufficiali dell’Esercito) dal 1949. Essa raccoglie opere dal XII al XVIII secolo provenienti da collezioni (Torlonia, Barberini, Sciarra, Chigi, Hertz ecc.), da acquisti e lasciti: al piano terra (ala nord) la pittura sino al ‘500; al piano nobile la pittura del ‘600; al secondo piano piano la pittura del ‘700; nella biblioteca del cardinale Francesco Barberini i cartoni dell’arazzeria Barberini; nei vicini depositi, le arti decorative (fra cui un grosso nucleo di pezzi dall’ex Museo artistico industriale); al piano terreno (ala sud) le mostre temporanee. Il Cinquecento e il Seicento sono i secoli più rappresentati con opere di Raffaello, Piero di Cosimo, Bronzino, Hans Holbein, Lorenzo Lotto, Tintoretto, fino ad arrivare a Caravaggio, e al ricco Seicento con opere di Gian Lorenzo Bernini, Guido Reni, Guercino, Nicolas Poussin, Pietro da Cortona. La collezione settecentesca conserva importanti opere di Maratti, Batoni, Canaletto, Subleyras, Mengs e van Wittel; oltre che i dipinti della donazione del Duca di Cervinara, con le raffinate tele di Fragonard e Boucher, e quelli della donazione Lemme, con i rari bozzetti di Corvi e Ghezzi. 1445 dipinti e 2067 oggetti di arte decorativa compongono le collezioni. Il nucleo più rilevante è quello dei dipinti, ricchissimo di capolavori soprattutto del XVI e XVII secolo. Tra i più significativi si segnalano: Gian Lorenzo Bernini, “Ritratto di Urbano VIII” e “Busto di Urbano VIII; Canaletto, “Veduta di piazza San Marco con le Procuratie”; Caravaggio, “Giuditta e Oloferne” e “Narciso”; El Greco, “Adorazione dei pastori” e Battesimo di Cristo”; Giulio Romano, “Madonna col Bambino”; Guercino, “Et in Arcadia ego”; Filippo Lippi, “Madonna di Tarquinia” e “Annunciazione e due donatori”; Lorenzo Lotto, “Matrimonio mistico di Santa Caterina d’Alessandria e santi”; Pietro da Cortona, “Angelo custode” e Madonna advocata e Cristo benedicente”; Nicolas Poussin, “Paesaggio con Agar e l’angelo”; Raffaello, “La Fornarina”; Guido Reni, “Maddalena” e “Ritratto di Beatrice Cenci”; Giovanni Battista Tiepolo, “Satiro e amorino”; Tintoretto, “Cristo e l’adultera”; Tiziano, “Venere e Adone” e Gaspar van Wittel, “La passeggiata di Villa Medici”.

ORARI E INDIRIZZI:
Via delle Quattro Fontane, 13 - La Galleria Nazionale d'Arte Antica è aperta da martedì a domenica dalle ore 08:30 alle ore 19:00, chiusa il lunedì, il 25 dicembre e 1/o gennaio - Per informazioni Tel. 06.4814591

COME ARRIVARCI:
METRO A (fermata BARBERINI) - BUS 71 (fermata TRAFORO/TRITONE) 52, 53, 62, 63, 83, 85, 160, 492 N4, N12, N5 (fermata TRITONE/BARBERINI), 61, 62, 85, 492, 590, N1, N12, N5 (fermata BARBERINI)

LINK ESTERNI:
Galleria Nazionale d'Arte Antica

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(Villa Savorgnan di Brazzà / Foto Sailko licensed under CC BY 3.0)

Villa Savorgnan di Brazzà

ui giardini posteriori, ai quali si accede per la rampa realizzata (1675-1680) a completamento del raccordo con le allora vastissime aree verdi che comunicavano lateralmente con il piano nobile attraverso il “ponte ruinante” ideato dal Bernini, la facciata del palazzo ha come elemento dominante l’avancorpo in cortina di mattoni, di chiara matrice maderniana. Al termine della rampa si ha di fronte villa Savorgnan di Brazzà (Gustavo Giovannoni e Marcello Piacentini, 1936). Al di sotto di questa palazzina è stato rinvenuto nel 1936 un importante monumento di epoca imperiale romana, il cosiddetto Mitreo Barberini. Si tratta di un piccolo edificio che, riutilizzando precedenti strutture del II secolo d.C., fu dedicato al culto di Mitra, divinità solare di origine iranica già garante dei patti e delle convenzioni, poi dal profilo più dichiaratamente militare e dunque particolarmente diffuso tra le legioni romane soprattutto nel medio e tardo Impero. L’ambiente presenta una complessa ed interessante decorazione ad affresco: in alto la volta celeste con i segni zodiacali, intorno dieci quadretti che raccontano la storia e le sacre imprese di Mitra; le personificazioni di Sole e Luna. L’attenzione converge sulla scena centrale del taurobolio dove Mitra, affiancato come di consueto da Cautes e Cautopates, uccide ritualmente il toro.

ORARI E INDIRIZZI:
Via delle Quattro Fontane, 13 - Il sito è visitabile il 2/o ed il 4/o sabato del mese con visita guidata e prenotazione - Ufficio Prenotazioni Tel. 06.39967702 - 06.39967700

COME ARRIVARCI:
METRO A (fermata BARBERINI) - BUS 71 (fermata TRAFORO/TRITONE) 52, 53, 62, 63, 83, 85, 160, 492 N4, N12, N5 (fermata TRITONE/BARBERINI), 61, 62, 85, 492, 590, N1, N12, N5 (fermata BARBERINI)

LINK ESTERNI:
Coop Culture, Mitreo di Palazzo Barberini
Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma

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