Basilica Santa Maria degli Angeli e dei Martiri

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(Facciata della Basilica Santa Maria degli Angeli e dei Martiri / Foto di NikonZ7II licensed under CC BY-SA 4.0)

Basilica Santa Maria degli Angeli e dei Martiri

La basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, la Certosa di Roma, sorge sui resti delle monumentali Terme di Diocleziano. Le prime idee di una trasformazione del complesso in chiesa risalgono a Giuliano da Sangallo e a Baldassarre Peruzzi (1515), ma solo nel 1561 il sacerdote Antonio Del Duca ottenne da papa Pio IV la consacrazione degli ambienti agli angeli e ai martiri cristiani impiegati, secondo le leggende nella costruzioni delle terme. Michelangelo fu incaricato dell’attuazione di quest’opera, condotta da Jacopo Del Duca fino al 1566 e proseguita sotto papa Gregorio XIII, mentre in contemporanea i Certosini, ai quali papa Pio IV aveva affidato il complesso, costruirono il convento (il Chiostro grande, detto “di Michelangelo” è datato 1565). L’intervento dell’artista si limitò a un restauro quasi esclusivamente conservativo, con la rinuncia a lasciare il proprio segno che equivaleva a un “non finito” architettonico: il tepidarium, i quattro ambienti che si aprivano ai suoi lati e quelli sull’asse trasversale furono recuperati in un organismo quasi a croce greca con tre ingressi, mentre il quarto braccio era concluso dal presbiterio absidato. La successiva trasformazione del complesso iniziò nel 1700, quando, per la creazione della cappella di San Brunone, fu chiuso l’ingresso verso la strada Pia e, nel 1746, quello opposto (cappella del beato Albergati); contemporaneamente iniziò la tamponatura degli arconi dei vani laterali. Il riassetto decorativo di Luigi Vanvitelli per l’Anno Santo 1750, che diede all’interno l’aspetto attuale, rafforzò l’importanza del braccio secondario, in asse con l’unico ingresso rimasto, con l’aggiunta di otto colonne di muratura a imitazione di quelle del transetto, con la decorazione del vestibolo e del presbiterio e con l’apertura di quattro cappelle ricavate dai vani soppressi; il transetto fu invece allestito (modifica delle finestre, creazione delle paraste che si accoppiano alle colonne e della trabeazione continua che raccorda l’ordine sui quattro bracci) come una pinacoteca per le pale d’altare provenienti dalla basilica di San Pietro, qui trasferite dal 1727. Dopo il 1870 gran parte della certosa fu indemaniata e nel 1889 adattata a sede del museo archeologico; nel 1901-1911 la chiesa, divenuta con l’apertura di via Nazionale e la sistemazione di piazza Esedra luogo delle cerimonie ufficiali del nuovo Stato, ebbe eliminata la facciata a semplici partiture geometriche per rimettere in luce la muratura antica, nella quale fu creato un ipotetico doppio ingresso ad arco.

ORARI E INDIRIZZI:
Piazza della Repubblica - Aperta da lunedì a sabato dalle ore 7:30 alle ore 18:30, domenica dalle ore 7:30 alle ore 19:30 - Per informazioni Tel. 06.4880812

COME ARRIVARCI:
METRO A (fermata REPUBBLICA) - BUS 40, 60, 64, 170, H (fermata NAZIONALE/TORINO) 64, 70, 82, 85, 170, 590, 910, H (fermata REPUBBLICA)

LINK ESTERNI:
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(All'interno della basilica Santa Maria degli Angeli e dei Martiri / Video di Massimo Nalli)

Basilica Santa Maria degli Angeli e dei Martiri

All'interno della basilica si entra per un Vestibolo, rotonda a cupola con due nicchie laterali a fondo piatto, già ambiente di passaggio del calidarium al tepidarium. Nelle edicole, quattro “monumenti funebri”: a destra quelli di “Carlo Maratta”, eseguito su suo disegno e con busto di Francesco Maratta (1704), e del “cardinale Francesco Alciati” (1580) di Giovanni Battista Della Porta; a sinistra quello del “cardinale Pier Paolo Parisio” (1604) e di “Salvator Rosa” (1673), con sculture di Bernardino Fioriti. Nella cappella destra (1575): tavola attribuita alla scuola di Daniele da Volterra; a sinistra “monumento di Pietro Tenerani” (1869) con busto-autoritratto. Nella cappella sinistra, corrisponde al battistero (1579): tavola “Noli me tangere” di Hendrick van der Broek. Al Passaggio, nella nicchia di destra, “statua di San Brunone da Colonia” fondatore dei Certosini (Jean-Antoine Houdon, 1766-1768). Seguono a destra la cappella Aldobrandini, con “San Brunone” del XVII secolo, e a sinistra la cappella Aragonesi (1635), con “Consegna delle chiavi” di Girolamo Muziano. Sopra l’arcata verso la navata trasversale, “Cacciata dal Paradiso”, cartone di Francesco Trevisani. La Navata trasversale include il tepidarium, in origine a forma pseudo-basilicale (gli ambienti laterali furono murati nel 1746-1749) e coperto da tre volte a crociera impostate su otto colonne monolitiche di granito, e i due vestiboli alle estremità, trasformati in enormi cappelle. E’ decorata con pale d’altare provenienti dalla basilica di San Pietro e da quattro cartoni del Trevisani (1638-1645). Braccio destro, sul pavimento, diagonalmente, “Linea Clementina”, meridiana con costellazioni dello zodiaco e variazioni millenarie della stella polare, così detta da papa Clemente XI che la fece disegnare da Francesco Bianchini e Giacomo Maraldi (1702); alla parete destra, “Crocifissione di San Pietro” di Nicolò Ricciolini e “Caduta di Simon Mago” di Pierre Charles Tremollière (da Francesco Vanni); a quella sinistra, “San Pietro risuscita Tabita” di Francesco Mancini e “Predica di San Girolamo” del Muziano. Sul fondo, il “beato Niccolò Albergati” (1746-1750) di Ercole Graziani; nella volta affreschi di Antonio Bicchierai. Qui sono i “monumenti funebri” dei tre maggiori artefici della vittoria nella prima guerra mondiale: “Vittorio Emanuele Orlando” (1953) di Pietro Canonica, l’ammiraglio “Paolo Thaon di Revel” del Canonica (1950) e del maresciallo “Armando Diaz” (1928) su disegno di Antonio Munoz. Braccio sinistro, alla parete destra, “Immacolata e santi” di Pietro Bianchi (1730-1735) e “Risurrezione di Tabita” di Placido Costanzi; su quella sinistra, “Caduta di Simon Mago” di Pompeo Batoni (1755) e “Messa di San Basilio” di Pierre Subleyras (1743-1747), nei quali l’impianto barocco si fonde con la nuova sensibilità neoclassica per il colore. Nella cappella di san Brunone, su disegno di Carlo Maratta: “Vergine e i Ss. Bruno e Pietro” di Giovanni Odazzi (1700); nella volta, affresco “evangelisti” di Andrea Procaccini (1700). Nell’ambiente di passaggio al presbiterio si aprono due cappelline con cancellata vanvitelliana: quella destra fu completamente decorata da Giovanni Baglione; in quella sinistra (1574), sulla volta affreschi del van der Broek, a destra “Visione dell’Inferno” di Giulio Mazzoni. Nel Presbiterio, alla parete destra, “Presentazione di Maria al tempio” di Giovanni Francesco Romanelli (1640) e “Martirio di San Sebastiano”, dipinto a olio su stucco del Domenichino (1629); a quella sinistra, “Castigo di Anania e Safira”, dipinto su lavagna del Pomarancio (1605), e “Battesimo di Gesù” del Maratta (1697). Nell’abside, “monumenti funebri di Pio IV” (1565) e del “cardinale Giovanni Antonio Serbelloni” di Alessandro Cioli (1583); sulla parte di fondo, “Santa Maria degli Angeli”, dipinto eseguito a Venezia nel 1543; nella volta, affreschi di Daniele Seyter. Sulla sinistra del presbiterio si apre la cappella dell’Epifania, già sagrestia della chiesa michelangiolesca, trasformata in coro nel 1727: sopra gli stalli, “storie di San Brunone” attribuite come l’affresco della volta “Trionfo del santo” a Luigi Garzi; sull’altare, “Epifania”, dipinto su lavagna del XVI secolo.

ORARI E INDIRIZZI:
Piazza della Repubblica - Aperta da lunedì a sabato dalle ore 7:30 alle ore 18:30, domenica dalle ore 7:30 alle ore 19:30 - Per informazioni Tel. 06.4880812

COME ARRIVARCI:
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