Catacombe di San Sebastiano

(Catacombe di San Sebastiano fuori le mura / Foto di Palickap licensed under CC BY-SA 4.0)

Catacombe di San Sebastiano

Le catacombe di San Sebastiano, sono uno dei pochissimi cimiteri cristiani rimasti sempre accessibili e perciò molto devastato (dei quattro piani originari il primo è quasi completamente distrutto). Nella navata destra della basilica primitiva, ricostruita nel 1933 su resti antichi, sono visibili a sinistra le arcate di comunicazione con la nave mediana della chiesa attuale, murate nel XIII secolo, e l’esterno dell’abside della cappella delle Reliquie; vi sono raccolti sarcofagi interi e frammentari (per lo più del IV secolo) ritrovati negli scavi. Per una scala si scende nelle gallerie dove sono vari cubicoli (si segnalano le pitture di fine IV secolo del Cubicolo di Giona, il cui ciclo è raffigurato in quattro scene). Si giunge alla Cripta di San Sebastiano, con altare a mensa sul luogo dell’antico (restano tracce del basamento) e busto di San Sebastiano attribuito a Gian Lorenzo Bernini. Di qui si arriva alla Piazzuola, sotto la quale si sviluppa una cavità arenaria cui si deve forse il nome di “ad catacumbas” che ebbe questo cimitero e che si estese poi agli altri. Sulla Piazzuola si aprono tre mausolei della seconda metà del II secolo utilizzati successivamente da Cristiani. Il primo a destra, decorato esternamente con pitture (banchetti funebri, Miracolo dell’indemoniato di Gerasa), conserva l’iscrizione col nome del proprietario, Marcus Clodius Hermes; l’interno, con sepolture a inumazione e pitture, è decorato sulla volta da una testa di gorgone. Il secondo, detto degli “Innocentiores” in quanto proprietà di un collegio funeraticio, presenta un descenso con volta decorata da stucchi raffinati; in alcuni vani sono iscrizioni greche nei caratteri ma in lingua latina e un graffito con la sigla ΙΧΘΥΣ (pesce), iniziali delle parole greche significanti “Gesù Cristo figlio di Dio, Salvatore”. A sinistra è il Mausoleo dell’Ascia, dall’arnese raffigurato all’esterno, la cui decorazione è formata da tralci di vite nascenti dal kantharoi posti su finti pilastri. Dalla Piazzuola si sale a un ambiente, posto a metà della basilica e tagliato in alto dalla costruzione della stessa: la cosiddetta “Triclia”, luogo coperto da una tettoia dove si celebravano banchetti funebri; le pareti intonacate del vano mostrano centinaia di graffiti di devoti, incisi dalla seconda metà del III secolo agli inizi del IV secolo, con invocazioni agli apostoli Pietro e Paolo. Dalla “Triclia” si passa, per un vano di disimpegno, nell’Antico Ambulacro, che gira attorno all’abside: qui è ordinata una raccolta di epigrafi e un plastico completo dei mausolei, della “Triclia” e della basilica costantiniana; si scende poi nella “Platonia”, costruzione posteriore della basilica che si credeva luogo della sepoltura temporanea dei due apostoli e che invece, come hanno provato gli scavi del 1892, fu il mausoleo del martire Quirino, vescovo di Siscia in Pannonia, qui trasportato nel V secolo. A destra della “Platonia”, la Cappella di papa Onorio III, adattata nel vestibolo del mausoleo, con interessanti pitture del XIII (fra di esse, Pietro e Paolo, il Crocifisso, santi, Strage degli Innocenti, Maria col Bambino), a sinistra, Mausoleo absidato con altare murato contro l’abside: nella parete sinistra il graffito “domus Petri” si ritiene alluda a una dimora sepolcrale dell’apostolo. Sotto la navata destra della basilica, in un vano con resti di tombe medievali e un busto di papa Clemente XI, si trova un bel sarcofago con scene bibliche (prima metà del IV secolo), riutilizzato dal cardinale Orazio Albani (1711); in questa zona è l’ingresso di una ricca Villa suburbana nel cui ambiente principale una pittura raffigura un porto di mare. Verso nord sono altri due vani, forse botteghe, e la cosiddetta Villa piccola, a due piani, con affreschi (gorgoni, ippogrifi, pesci, uccelli, vasi) databili tra la fine del II secolo e inizi del III secolo; potrebbe essere stata la residenza dei custodi del sepolcreto, di cui faceva parte un colombario, allineato come gli altri lungo un antico diverticolo dell’Appia e anteriore all’utilizzazione cristiana del sito. Intorno alla basilica è stata individuata inoltre una serie di celle sepolcrali e di grandiosi mausolei, alcuni ancora visibili; sotto uno di essi è il bel sarcofago di Lot (340), con resti di coloritura.

ORARI E INDIRIZZI:
Via Appia Antica, 136 - Aperto da lunedì a sabato dalle ore 10:00 alle ore 16:30, domenica, 25 dicembre e 1 gennaio chiuso - Per informazioni Tel. 06.7850350

COME ARRIVARCI:
BUS 118 (fermata BASILICA SAN SEBASTIANO)

LINK ESTERNI:
Catacombe di San Sebastiano

Segui Monno Roma su: