Catacombe di Trasone

(Affresco di Donna velata orante del IV secolo / Foto di Teresa Morettoni licensed under CC BY-SA 3.0)

Catacombe di Trasone

Sotto il parco di Villa Grazioli, si estendono le Catacombe di Trasone, un’area funeraria risalente al III secolo d.C.. Trasone, un ricco cittadino romano vissuto all’epoca dell’imperatore Diocleziano (284-305) e convertitosi al cristianesimo, era proprietario di questo complesso ipogeico chiamato anche, secondo fonti antiche, “Coemeterium Thrasonis ad s. Saturninum”. Sempre secondo le fonti, in questo cimitero erano sepolti molti martiri, trai cui San Saturnino di Cartagine, menzionato nella “Depositio martyrum” e morto durante le persecuzioni dell’imperatore Valeriano (257-258); mentre negli antichi itinerari dei pellegrini, in particolare la “Notitia ecclesiarum urbis Romae”, si parla anche dell'esistenza di una basilica ipogea, dedicata ai martiri Crisanto e Daria. Al di sopra di queste catacombe venne edificata una basilica dedicata a San Saturnino, la cui esistenza è testimoniata dal “Liber Pontificalis” in particolare nella biografia di papa Felice IV (526-530) in cui viene descritto che il pontefice la rifece dalle fondamenta; seguirono altri restauri sotto il pontificato di papa Adriano I (772-795) e papa Gregorio IV (827-844). La prima parte del cimitero venne scoperto e ispezionato dall’archeologo Antonio Bosio alla fine del XVI secolo che scoprì nei resti della basilica di San Saturnino un passaggio che immetteva nelle gallerie sotterranee. Altre ricerche e studi furono condotte nel 1629 dall’archeologo Francesco Maria Torrigio. La seconda parte del cimitero venne esplorato nel 1872 dal’archeologo Giovanni Marangoni e ulteriori scavi delle catacombe furono intrapresi a partire dal 1966. Tra il XVII e XVIII secolo, come la maggior parte dei cimiteri cristiani, le catacombe furono deturpate dai cosiddetti “corpisantari”, trafugatori di reliquie e tombaroli. All’interno dell’area funeraria, disposta su cinque livelli, di particolare importanza dipinti murali databili tra la fine del III secolo e l’inizio del IV secolo d.C. che raffigurano “Mosè fa scaturire l’acqua dalla roccia”, “Storie di Giona” e “Donna velata orante”. Al secondo livello un’epigrafe dedicata a Severa, databile al 269 d.C.

ORARI E INDIRIZZI:
Via Yser, 4 - L’area funeraria è aperta tutti i giorni dalle ore 5:16 alle ore 17:16 - Per informazioni Tel. 06.4465610

COME ARRIVARCI:
BUS 53, 3L (fermata LIEGI/BELLINI), 63, 83, 92 (fermata BUENOS AIRES) - TRAM 2, 19 (fermata LIEGI/BELLINI)

LINK ESTERNI:

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