Chiesa Nuova (Santa Maria in Vallicella)

(Facciata della Chiesa Nuova o Santa Maria in Vallicella / Foto di Trolvag licensed under CC BY-SA 3.0)

Chiesa Nuova (Santa Maria in Vallicella)

La Chiesa Nuova (o Santa Maria in Vallicella) è legata alla figura di Filippo Neri, fondatore nel 1551 dell’ “Oratorio” eretto nel 1575 da papa Gregorio XIII a congregazione dell’Oratorio (Filippini); in tale circostanza al santo fu assegnata l’antica chiesa di Santa Maria in Vallicella, documentata dal XII secolo e cos+ detta da un avvallamento forse corrispondente al “Tarentum”, santuario sotterraneo posto all’estremità ovest del Campo Marzio e sede del culto delle divinità infernali Dite e Proserpina. La ricostruzione del tempio cristiano (da qui Chiesa Nuova), iniziata nello sesso 1575, fu opera di Matteo da Città di Castello, che nella pianta a navata unica con quattro cappelle per lato riprese a modello il Gesù allora in costruzione. Dal 1586 al 1590 gli subentrò Martino Longhi il Vecchio, che stese un progetto per la facciata, aggiunse la quinta cappella destra e sinistra, trasformò in navatelle quelle già erette ricostruendole in forma semicircolare sull’allineamento delle due nuova ed eresse l’abside, il transetto e la cupola: le ragioni di tali trasformazioni, forse di natura statica, furono probabilmente imposte dai religiosi, che volevano allontanarsi dal modello gesuita. Consacrata nel 1599, la chiesa ebbe compiuta la facciata ai primi del ‘600 e nel corso dello stesso secolo fu aggiunta la ricchissima decorazione interna, completata poi nel ‘700. La facciata, ricoperta in travertino, fu eretta nel 1594-1606 su disegno di Fausto Rughesi e si deriva da quella di Gesù: rispetto al modello in legno, conservato nel corridoio presso la sagrestia, si differenzia per l’attico, che fu sostituito dal timpano triangolare; l’estrema contrazione delle ali raccordate da volute all’ordine superiore denuncia le ridotte dimensioni delle cappelle rifatte dal Longhi.

ORARI E INDIRIZZI:
Via del Governo Vecchio, 134 - Aperta tutti i giorni dalle ore 6:45 alle ore 19:30, nei giorni festivi dalle ore 8:30 alle ore 19:45 - Per informazioni Tel. 06.6875289

COME ARRIVARCI:
BUS 40, 46, 62, 64, 190F, 916, 916F (fermata CHIESA NUOVA) 30, 70, 81, 87, 492, 628 (fermata RINASCIMENTO)

LINK ESTERNI:
Chiesa Nuova, parrocchia Santa Maria in Vallicella

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(Interni della Chiesa Nuova o Santa Maria in Vallicella / Foto di Livioandronico)

Chiesa Nuova (Santa Maria in Vallicella)

Nell’interno derivazione dal modello controriformista del Gesù del primo impianto di Matteo da Città di Castello è ancora evidente, nonostante le modifiche apportate dal Longhi (la cupola è impostata senza tamburo; l’attraversamento delle cappelle avviene con due percorsi longitudinali a mò di navatelle, con un interessante compromesso tra lo schema a navata unica e quello basilicale tradizionale), il ricchissimo apparato decorativo barocco e le manomissioni postconciliari; rispetto al Gesù, maggiore è lo sviluppo verticale e più frequente il ritmo delle paraste corinzie e delle arcate delle cappelle, tutte di uguale struttura (i dipinti retti da angeli in stucco sostituiscono i coretti chiusi nel ‘700). Le tele alle pareti della navata e del transetto e sopra i coretti del presbiterio, “episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento”, sono di Lazzaro Baldi, Giuseppe Ghezzi, Daniele Seiter, Giuseppe Passeri e Domenico Parodi. Nel soffitto, tra stucchi disegnati da Pietro da Cortona ed eseguiti da Cosimo Fancelli ed Ercole Ferrata (1662-1665), affreschi dello stesso Pietro da Cortona: nella navata “Intervento miracoloso della Vergine durante la costruzione della chiesa” (1664-1665), nella cupola “Trionfo della Trinità” (1655-1660), nei pennacchi “profeti” (1659-1660), nel catino absidale “Assunta” (1655-1660). Nella 1/a cappella di destra: “Crocifissione” di Scipione Pulzone; nella volta, dipinti di Giovanni Lanfranco; nella 3/a cappella: “Ascensione” di Girolamo Muziano; nella 4/a cappella: “Pentecoste” di Giovanni Maria Morandi; nella 5/a cappella: “Assunzione” di Giovanni Domenico Cerrini. Nella cappella del Transetto di destra: “Incoronazione di Maria” del Cavalier d’Arpino (1593); ai lati due statue di Flaminio Vacca. Ai lati del presbiterio, cantorie in legno intagliato e dorato (XVIII secolo); sotto quella di destra è l’ingresso alla cappella Spada o di San Carlo Borromeo, iniziata nel 1662 su disegno di Camillo Arcucci e completata nel 1667 con ricco rivestimento di marmi da Carlo Rainaldi: “Madonna col Bambino e i Ss. Carlo Borromeo e Ignazio di Loyola” di Carlo Maratta (1675), alla parete di destra, “San Carlo cura gli appestati”, di Giovanni Bonatti e “San Carlo distribuisce l’elemosina”, dello Scaramuccia, a sinistra. Nel Presbiterio: monumentale ciborio in bronzo su disegno di Ciro Ferri (1681); la pala, “Vergine col Bambino adorati dagli angeli” (entro ovale che ricopre l’affresco di uguale soggetto proveniente dalla chiesa primitiva) e i due laterali, a destra “Ss. Domitilla, Nereo e Achìlleo”, a sinistra “Ss. Gregorio Magno, Mauro e Papia”, sono il capolavoro romano di Peter Paul Rubens (1606-1608); sopra l’altare, “Crocifisso” di Guillaume Berthelot. A sinistra del presbiterio, la cappella di San Filippo Neri, progettata da Onorio Longhi e terminata da Paolo Marucelli (1600-1604): uno straordinario rivestimento di marmi pregiati, pietre dure e madreperla ricopre i due ambienti, uno ottagonale (“Fatti del santo”, del Pomarancio) e l’altro circolare; all’altare (la sottostante urna in bronzo accoglie le spoglie del santo), “San Filippo e la Vergine”, copia in mosaico (1774) dell’originale di Guido Reni ora nella cappella del Santuario superiore. Nella cappella del Transetto di sinistra: “Presentazione di Maria al tempio” di Federico Barocci; ai lati statue del Valsoldo. Una porta sulla sinistra dà accesso alla Sagrestia, iniziata nel 1621 da Mario Arconio e compiuta dal Marucelli (1629): “San Filippo e un angelo”, gruppo marmoreo di Alessandro Algardi (1640); ai lati dipinti di Francesco Trevisani, in alto “Cristo benedicente” del Cerrini; sopra l’ingresso, busto di papa Gregorio XV dell’Algardi; nella volta “angeli con gli strumenti della Passione” di Pietro da Cortona (1633-1634). Una porta a destra del corridoio immette nel Santuario Terreno, composto dalla Camera rossa (volta affrescata da Niccolò Tornioli e dalla bottega di Pietro da Cortona; sopra l’urna lignea, busto in argento del santo dell’Algardi) e dalla Cappella interna, corrispondente a quella della chiesa e ornata di marmi (all’altare, “San Filippo e un angelo” del Guercino). Saliti al primo piano, un corridoio con pareti affrescate a prospettive architettoniche conduce al Santuario Superiore, costituito dall’Anticamera (sulla volta, “Estasi di San Filippo” di Pietro da Cortona; sull’altare, “San Filippo e la Vergine” di Guido Reni (1615); tra i dipinti: “Commiato di Cristo” di Gerolamo da Santacroce, ”San Lorenzo” di Cecco del Caravaggio, “Madonna col Bambino” e i “Ss. Filippo e Ignazio e Miracolo di San Filippo al cardinale Vincenzo Maria Orsini” di Pier Leone Ghezzi) e dalla cappella privata di San Filippo, qui ricostruita nel 1635: alla parete sinistra “Madonna col Bambino”, bassorilievo fiorentino della prima metà del XVI secolo, e trittico tardo-bizantino; nella parete opposta all’altare, “Natività” di scuola di Jacopo Bassano; sulla parete destra “Madonna col Bambino e Santa Martina” di Pietro da Cortona e “San Filippo nelle catacombe” del Pomarancio. Nella 5/a cappella di sinistra: “Annunciazione” del Passignano. Nella 4/a cappella: “Visitazione" del Barocci; nella volta, “santi” di Carlo Saraceni; nella 3/a cappella: “Adorazione dei pastori” di Durante Alberti; nella volta, “sante” del Pomarancio; nella 2/a cappella: “Adorazione dei Magi” di Cesare Nebbia; nella 1/a cappella: “Presentazione al tempio” del Cavalier d’Arpino.

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