Chiesa San Tommaso in Formis

(Chiesa San Tommaso in Formis, Mosaico del XIII secolo / Foto di Roundtheworld licensed under CC BY 3.0)

Chiesa San Tommaso in Formis

La chiesa di San Tommaso in Formis, ex abbazia benedettina, sorge presso l’Arco di Dolabella e Silano, e deve il sul appellativo “formis” al vicino “Acquedotto Claudio”. La struttura esterna, in laterizi, di stile romanico, fa ipotizzare che la chiesa originaria sia stata costruita tra il X e l’XI secolo. Nel 1207 papa Innocenzo III (1198-1216) donò il complesso a San Giovanni de Matha (1154-1213), fondatore dell'Ordine della Santissima Trinità che nel 1209 vi costruì accanto un ospedale per curare e assistere poveri e ammalati. In quello stesso anno, secondo fonti francescane, vi dimorò San Francesco d’Assisi che era giunto a Roma per ottenere l’autorizzazione pontificia della “Regola di vita”. Successivamente la chiesa andò in decadenza (1379) e dieci anni dopo, sotto papa Bonifacio IX (1389-1404), il complesso passò al Capitolo Vaticano rimanendo comunque in stato di abbandono fino al 1532 con l’inizio dei primi restauri. Fu completamente ricostruita nel 1663 nelle forme attuali dal Capitolo Vaticano. Dopo varie vicende, nel 1898 il Capitolo Vaticano, per il centenario della fondazione dell’Ordine, la chiesa e i locali annessi furono restituiti ai Trinitari che tuttora ne sono custodi. La chiesa fu aperta al culto nel 1926 mentre le strutture dell’ospedale furono completamente distrutte per la costruzione della sede dell’Istituto Sperimentale per la Nutrizione delle Piante. Di questo edificio rimane soltanto il portale duecentesco sormontato da uno splendido mosaico compiuto da Jacopo di Cosma (XIII secolo) raffigurante “Gesù Cristo in trono tra due schiavi liberati”. La chiesa, situata in fondo ad un viottolo, si presenta con una facciata, spartita da lesene, aperta da un portale con timpano semicircolare e coronata da un timpano triangolare sormontato da una croce, sopra il portale una iscrizione dedicatoria: “Dedicato a San Tommaso Apostolo”. L’interno della chiesa è a navata unica coperta da un soffitto a sesto ribassato. All’altare maggiore, entro mostra, “Trinità con San Giovanni de Matha” (1971) di Aronne del Vecchio. Alla parete sinistra, “Madonna con Gesù Bambino in gloria, San Bonifacio martire, San Francesco d’Assisi e papa Bonifacio IX” (1575) di Girolamo Siciolante da Sermoneta; “Incredulità di San Tommaso” (1663) di Carlo Ronchi. Alla parete destra, “papa Innocenzo III approva la Regola dei Trinitari” (1971) di Aronne del Vecchio; “Madonna con Gesù Bambino in trono e San Giovanni de Matha” (1926) di Felice Casorati.

ORARI E INDIRIZZI:
Via di San Paolo della Croce 10 - Aperta sabato e domenica solo per la celebrazione della Messa alle ore 9:15 e alle ore 12:30 - Per informazioni Tel. 06.35420529

COME ARRIVARCI:
BUS 81, 117 (fermata CLAUDA/CELIO)

LINK ESTERNI:

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(Arco di Dolabella e Silano al Celio)

Arco di Dolabella e Silano

A destra del portale d'ingresso all'antico monastero, si erge l'Arco di Dolabella e Silano costruito nel sito che originariamente faceva parte delle Mura Serviane, le prime mura di Roma erette nel VI secolo a.C. E’ formato da blocchi di travertino e un solo fornice; in alto, sotto la cornice di coronamento, un’iscrizione cita i nomi dei consoli romani Publio Cornelio Dolabella e Caio Giulio Silano. Qui è collocata la cella di San Giovanni de Matha, oggi trasformata in oratorio, nella quale il santo, secondo la tradizione, visse dal 1209 fino al giorno della sua morte (17 dicembre 1213): l'ambiente in origine era costituito da due vani ai quali si accedeva tramite una scaletta a chiocciola ricavata all'interno di un pilone dell'Acquedotto neroniano, ramo secondario del Claudio.

ORARI E INDIRIZZI:
Via di San Paolo della Croce - L’arco è visibile tutti i giorni 24 ore su 24 - Per informazioni Tel. 06.0608

COME ARRIVARCI:
BUS 81, 117 (fermata CLAUDA/CELIO)

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