Parco Colle Oppio

(Parco Colle Oppio / Immagine di Google Maps)

Parco Colle Oppio

All'interno del Parco di Colle Oppio, zone di verde e resti monumentali di grande importanza e interesse, come il padiglione della Domus Aurea neroniana, le Terme di Tito e quelle di Traiano. Si entra al termine della discesa per viale della Domus Aurea e si estende sull’area dell’omonimo colle, uno dei sette del primitivo Septimontium di Roma, venne realizzato da Raffaele De Vico nel 1928-32, espropriando parte dei giardini del palazzo Brancaccio, sul pendio tra le terme di Traiano e le vie Labicana e Mecenate (l’area interna al perimetro delle terme e attraversata dal viale del Monte Oppio si deve ad Antonio Muñoz, 1936). Il Colle Oppio fu sede di intensa urbanizzazione e di fastose realizzazioni architettoniche in età romana. Durante il Medioevo venne progressivamente abbandonato e per larga parte occupato da giardini ed orti. Nel 1871, nell'ambito delle programmazioni urbanistiche rese necessarie dalle nuove esigenze di Roma capitale, l'area venne destinata a giardini pubblici e fu più tardi inserita nel grandioso progetto di tutela e valorizzazione della cosiddetta "zona monumentale riservata". Ma fu solo nell'ambito dei programmi urbanistici della Roma mussoliniana, caratterizzati dall'esaltazione del passato imperiale e dal forte interesse per il verde pubblico, che le pendici del Colle Oppio assunsero, in due differenti fasi, il loro assetto attuale. Il primo nucleo del parco, comprendente la zona presso le sostruzioni della grande esedra meridionale delle Terme di Traiano, la scarpata prospiciente via Labicana ed il lato verso via Mecenate, fu infatti realizzato, tra il 1928 ed il 1932, dall'architetto Raffaele de Vico. Il giardino si impernia sull'incrocio di due assi viari principali (Viale Mizzi e Viale della Domus Aurea) dotati di ingressi monumentali ed arricchiti da una serie di fontane realizzate sfruttando la naturale pendenza dei luoghi. Tra queste, vanno ricordate la fontana delle anfore, il grande ninfeo con decorazioni in tufo realizzate da A. Giorgiutti e le due fontane gemelle affacciate su Via Labicana. Lungo il Viale della Domus Aurea si trova la statua in bronzo raffigurante Alfredo Oriani, eseguita da Ercole Drei nel 1935. La vegetazione presenta una piacevole sintesi tra piante mediterranee (pini, lecci, cipressi, oleandri), essenze esotiche tipiche del giardino paesistico (palme) e specie tipiche dei giardini antichi (rose, mirto, alloro). La sistemazione del settore superiore del colle, vero e proprio parco archeologico comprendente imponenti ruderi delle Terme di Traiano, venne successivamente curata (1935-1936) da Antonio Muñoz, Direttore delle Antichità e Belle Arti del Governatorato di Roma. Nella progettazione dell'area, Muñoz tese comunque a privilegiare le esigenze urbanistiche e la ricerca di prospettive spettacolari a scapito della visione d'insieme del complesso monumentale antico, la cui unitarietà risulta pertanto, allo stato attuale, difficilmente percepibile. Il parco è inserito nei percorsi del Giubileo della Misericordia (2015-2016) in occasione del quale sono stati condotti interventi di manutenzione straordinaria delle fontane e di alcuni settori del parco, con il ripristino dei rosai disposti secondo il tracciato della sottostante Domus Aurea.

ORARI E INDIRIZZI:
Viale del Monte Oppio, Via delle Terme di Traiano, Via Mecenate, Via Labicana, Via Nicola Salvi, Via delle Terme di Tito - Aperto tutti i giorni dalle ore 9:00 alle ore 21:00 - Per informazioni Tel. 06.06.08

COME ARRIVARCI:
METRO B, B1 (fermata COLOSSEO o CAVOUR) - BUS 51, 75, 85, 87, 118, N2 (fermata COLOSSEO) 85, 87, N11 (fermata LABICANA/COLOSSEO) 75, N2 (fermata CAVOUR) 16, 75, 714, C3 (fermata MERULANA/MECENATE) - TRAM 3, 8 (fermata COLOSSEO)

LINK ESTERNI:
Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali

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(Domus Aurea / Video di MiBAC)

Domus Aurea

La Domus Aurea ("Casa d'oro" in latino, proprio perché in essa si utilizzò molto di questo prezioso metallo) era la villa urbana costruita dagli architetti Severus e Celer e ornata dal pittore Fabullus (i motivi decorativi, studiati e riproposti dagli artisti del Rinascimento, presero il nome di grottesche) per l’imperatore romano Nerone dopo il grande incendio che devastò Roma nel 64 d.C. La villa si stendeva in parte sul Palatino e per la parte maggiore sui colli Celio ed Esquilino, su un’area che misura all’incirca 25 volte quella del Colosseo. Nel vestibolo, situato sul Palatino, era collocata una colossale statua dorata di Nerone. Vi era poi un lago artificiale con giardini e boschi dove erano lasciate in libertà belve feroci. Secondo Svetonio le pareti del palazzo erano decorate d’oro e madreperla, le stanze avevano soffitti da cui venivano ftti cadere sugli ospiti fiori o profumi, la sala da pranzo ruotava e vi erano vasche riempite sia con acqua sulfurea sia con acqua marina. Tacito descrisse le feste dissolute di Nerone, con banchetti serviti su chiatte e postriboli situati sulle rive del lago, pieni di nobildonne romane. Poiché si uccise nel 68 d.C., Nerone non godette tuttavia a lungo della sua nuova dimora. I successori di Nerone, preoccupati di prendere le distanze da un simile mostro, fecero di tutto per cancellare ogni traccia del palazzo. Vespasiano fece drenare il lago e costruì al suo posto il Colosseo; Tito e Traiano vi fecero entrambi costruire sopra il palazzo delle terme, e Adriano volle invece edificare il Tempio di Venere e Roma sopra il vestibolo. Sono sopravvissute alcune stanze di un’ala del palazzo, sepolte sotto le rovine delle Terme di Traiano sul colle Oppio. Alcune pitture parietali si possono vedere ancora oggi.

ORARI E INDIRIZZI:
Via della Domus Aurea, 1 - Aperta sabato e domenica dalle ore 8:30 alle ore 17:00 - Per informazioni Tel. 06.39967700

COME ARRIVARCI:
METRO, B, B1 (fermata COLOSSEO o CAVOUR) - BUS 51, 75, 85, 87, 118, N2 (fermata COLOSSEO) 85, 87, N11 (fermata LABICANA/COLOSSEO) 75, N2 (fermata CAVOUR) 16, 75, 714, C3 (fermata MERULANA/MECENATE) - TRAM 3, 8 (fermata COLOSSEO)

LINK ESTERNI:
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma
Coop Culture - Società Cooperativa Culture

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(Terme di Traiano / Foto di Rabax63 licensed under CC BY-SA 4.0)

Terme di Traiano

Le terme di Traiano furono erette, a pochi anni dall'incendio della Domus Aurea (104 d.C.), dall'architetto Apollodoro di Damasco, impegnato negli stessi anni anche nella realizzazione del Foro e dei Mercati di Traiano; furono concluse nel 109 d.C. da Traiano, che le inaugurò il 22 giugno. Furono le prime "grandi terme" di Roma e, all'epoca, era il più grande edificio termale esistente al mondo. La costruzione delle Terme di Traiano fu eseguita intervenendo su un’area urbana di oltre sei ettari, parte della quale corrispondeva al padiglione Esquilino della Domus Aurea. Anche le Terme di Tito e altre strutture rinvenute nell’angolo sud-occidentale furono interessate dalla realizzazione delle Terme. Tutti gli edifici preesistenti erano caratterizzati da un orientamento nord-sud, a differenza delle Terme di Traiano, che sono disposte su un asse nordest/sudovest e sono ruotate di 36° rispetto all’orientamento nord/sud dell’edilizia preesistente, per sfruttare al massimo la luce e il calore solare, garantendo al calidarium il massimo irraggiamento tra il mezzogiorno e il tramonto. In seguito al grave incendio, databile intorno al 104 d.C., che colpì la residenza di Nerone sull'Oppio, Apollodoro demolì tutto ciò che rimaneva dei piani superiori del complesso, lasciando soltanto i locali del piano terreno che usò come basamento per le future terme. Contestualmente ordinò la demolizione e l'interramento di numerosi edifici adiacenti, in modo da ottenere una vasta area sulla quale poter realizzare l’impianto termale. Proprio queste operazioni di demolizioni e interramento hanno sigillato e salvaguardato una buona parte della Domus Aurea e del quartiere pretraianeo. Tra i resti pertinenti al recinto, visibili nel Parco del Colle Oppio, c'è una sala bi-absidata sul lato settentrionale del complesso, orientata come la Domus Aurea. Altre esedre più piccole, invece, si aprivano nel perimetro: due di queste erano poste negli angoli settentrionali. Ciascuna di esse era costituita da due strutture semicircolari e concentriche. La loro funzione è ancora incerta. L'esedra nordorientale è quella meglio conservata: tradizionalmente interpretata come ninfeo con fontane, essa presenta lungo la parete undici nicchie alternativamente rettangolari e semicircolari, ed è coperta da una semicupola decorata a cassettoni ottagonali e triangolari.

ORARI E INDIRIZZI:
Via delle Terme di Traiano, 1 - Aperto da martedì a giovedì dalle ore 8:30 alle ore 22:30, venerdì dalle ore 6:15 alle ore 22:30, sabato dalle ore 10:00 alle ore 22:30, domenica dalle ore 7:00 alle ore 13:00, lunedì chiuso - Per informazioni Tel. 06.06.08

COME ARRIVARCI:
METRO B, B1 (fermata COLOSSEO o CAVOUR) - BUS 51, 75, 85, 87, 118, N2 (fermata COLOSSEO) 85, 87, N11 (fermata LABICANA/COLOSSEO) 75, N2 (fermata CAVOUR) 16, 75, 714, C3 (fermata MERULANA/MECENATE) - TRAM 3, 8 (fermata COLOSSEO)

LINK ESTERNI:
Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali

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