Catacombe di San Valentino

(Catacombe di San Valentino / Foto da Google Maps - Atessa Firouz)

CATACOMBE DI SAN VALENTINO

In viale Maresciallo Pilsudski, in corrispondenza del n. 2, dietro una cancellata sorgono le rovine della basilica e le piccole catacombe di San Valentino. L'antica basilica si presenta a tre navate con due absidi, poi elementi di una cripta sottostante, dovuta forse a lavori fatti eseguire da papa Leone III (795-816), rivestita di marmi e alcuni frammenti ancora in loco. Del complesso sepolcrale invece restano, nel vestibolo, una serie di affreschi, in parte lacunosi, legati ad episodi della vita della madre di Gesù, l’affresco di un crocifisso, esempio rarissimo in una catacomba e molte iscrizioni affisse alle pareti del IV-VI secolo. A riportare alla luce i resti di questa antica catacomba fu l’archeologo Orazio Marucchi nel 1878 che, nella ricerca di un cimitero pagano, entrando per caso in una cantina ai piedi di una collina, si accorse che si trattava di un ambiente funerario ricoperto di pitture, molto rovinate a causa della sistemazione dell’ambiente ad uso agricolo. Al Marucchi si deve anche la scoperta dei resti della basilica esterna dedicata al santo. Successivamente, nel 1949, furono intraprese nuove campagne di scavi e di studi da parte dell’archeologo Bruno Maria Apollonj Ghetti. Questi scavi portarono alla conclusione che Valentino, morto durante le persecuzioni dell’imperatore Claudio il Gotico (268-270), non fu sepolto all’interno della catacomba, ma direttamente in una fossa terragna al suo esterno. Su questa tomba privo di copertura papa Giulio I (337-352) fece costruire una prima struttura basilicale, in seguito trasformata ed ampliata dai papi Onorio I (625-638) e Teodoro I (642-649), nei secoli successivi fu restaurata fino agli ultimi lavori fatti eseguire da papa Niccolò II a metà dell'XI secolo.

ORARI E INDIRIZZI:
Viale Maresciallo Pilsudski, 2 - Attualmente il monumento non è accessibile al pubblico - Per informazioni Tel. 06.4465610

COME ARRIVARCI:
TRAM 2 (fermata ANKARA/TIZIANO)

LINK ESTERNI:
Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali

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